sabato 19 gennaio 2013

Il Festival Circus


Oggi fa freddo, tira vento e piove una pioggia che vorrebbe essere neve ma proprio non ce la fa. Stanno smontando il circo; non so se ci sono immagini più forti di un circo in partenza, per evocare il concetto della festa finita, anzi mi sa che non ce n’è.

Hanno cominciato ieri a tirare giù il tendone e prima, quando sono passata, i camion erano in fila quasi pronti. La direttrice fumava, stretta nella giacca a vento e con le galosce che scivolano nel fango, guardava smontare gli ultimi tralicci, quelli che sostenevano le luci e il trapezio.

Avevano anche fatto delle repliche, ché lo spettacolo era piaciuto. Ma infatti è proprio un bello spettacolo avevo pensato io, uscita dalla prima venerdì scorso. Poi è un circo etico, niente animali; è uno di quei piccoli circhi che girano come una trottola e dove tutti fanno tutto.

All’accoglienza giovani Sandokan in livrea, però senza barba; mostrano dignitosi il posto assegnato con un gesto del braccio che sprigiona un leggero odore di sudore dall’unica divisa usata chissà quante volte prima di esser lavata. La direttrice sta alla biglietteria insieme alla trapezista, l’acrobata al bar insieme al clown, in una sarabanda di nazionalità.

Poi calano le luci e diventano re.

Gli acrobati, i clown, i giocolieri, la trapezista e il mago. Re dello spettacolo, con la dignità cucita addosso da quei costumi pacchiani di lustrini e dall’espressione concentrata sul sorriso di scena. Volando sul trapezio o sulla tela bianca, ballando con i cerchi che scorrono addosso, sempre uno in più, lanciando le clavette per riprenderle a tempo di musica, spetazzando con la trombetta, sparendo nel baule.

Per ogni numero c'è un verso di stupore o una risata sincera dai bambini sulle gradinate. Perché ai bambini piace proprio andare al circo; già alla biglietteria fremono d’impazienza, anzi già fremono nel vedere il tendone venir su dal nulla. Di fronte a quel tendone cominciano a immaginare, ipotizzare di alzarsi in volo o lanciare coltelli. Per questo vado volentieri al Circo, perché 6 euro in fondo son poca cosa, per mantenere vivo un sogno, anche se poi il sogno leva le tende e se ne va.

1 commento:

  1. No, non ce n'è. E' la finitezza del mondo, un circo che smonta le tende.

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