lunedì 8 aprile 2013

Il Punto Enel

“Se è qui per la bolletta, lei è dopo quel signore con il berretto”.
Il Punto Enel è ospitato in un negozio di telefonia. La doppia valenza è evidente: il bancone della telefonia è design di franchising, la postazione dell’Enel fa subito ufficio pubblico. Una scrivania in laminato, un computer antidiluviano, un uomo rassegnato.
Aspettando il mio turno guardo gli espositori sognando un’ape perennemente connessa che pinna, twitta e instagramma in scioltezza grazie al suo nuovo smartphone. Ma le storie alla scrivania sono molto più interessanti della mia deriva consumistica a occhi aperti.
Le bollette sottoposte all’uomo rassegnato mostrano importi da capogiro per i più svariati motivi. Nell’appartamento sopra quello della signora dai capelli bianchi e gli occhiali blu vive il figlio, e hanno un unico contatore. Lui scalda la casa con la pompa di calore mentre lei con l’impianto a metano.
“Quindi ora le arriverà pure la bolletta del gas, si prepari alla botta” e la signora vorrebbe sedersi per il mancamento ma è già seduta. Può solo far tremare le mani e chiedere la rateizzazione di questi 1.200 euro piovuti in bolletta come una piaga d’Egitto.
“Ma non c’è modo di pagare di meno?” perché la speranza è sempre l’ultima a morire.
“Consumare di meno” laconico l’uomo rassegnato.
L’uomo con la mantella impermeabile verde e il cappello da pescatore islandese si scaglia contro la suocera che accende la lavatrice anche per un paio di pantaloni e ha pure l’asciugatrice. Anche qui due appartamenti, unico contratto, c’è chi consuma tanto e chi deve pagare, altrettanto.
“Che posso fare?” chiede l’uomo con la mantella all’uomo rassegnato che può solo rispondere “Consumare meno o tirare un colpo alla suocera”, perché le suocere sono più imperdonabili dei figli e una battuta se la può permettere.
L’omino con il berretto vuole sapere se è legale quello che vorrebbe fare, e all’uomo rassegnato e a me fa tanta tenerezza, perché lui non vuole mica fare una cosa che non si può. Per fortuna è legale, mi sento tanto risollevata.
Sulla mia questione l’uomo rassegnato si illumina, con me non deve ascoltare storie di figli menefreghisti, suocere consumatrici compulsive e cessazione di attività.
Io devo capire se conviene ai miei genitori passare al mercato libero, io conosco la differenza tra mercato tutelato e mercato libero, io so persino cos’è l’Autorità per l’Energia. Grazie alla mia cultura basic l’uomo rassegnato si veste della dignità del consulente mentre si sfila i panni dell’assistente sociale e mi chiarisce le idee. Peccato che ormai il passaggio ad Enel Libero Mercato sia già stato fatto, maledette promozioni telefoniche.
“Ora dovrà stare attenta ai consumi, per due anni, perché per contratto è vincolato al gestore per 24 mesi”.
Quindi, la risposta è sempre la stessa, l’unica maniera di risparmiare è consumare meno.
E’ lo stile di vita del momento, bellezza, molto up to date.
Facciamone una moda, se non riusciamo a farcene una ragione.