La
prima cosa che vedo è una coppia di gigantesche ali grigie richiuse su se
stesse, in attesa. Il primo odore che m’arriva è quello del ferro incandescente
che scalda l’aria che respiro.
La
prima reazione che mi monta è un nodo alla gola, poi un moto di stizza perchè
questa mattina c’è una brutta luce e le foto non verranno, poi mi sale il
sorriso, poi mi viene da ridere forte. Dentro l’hangar le altre ali sono già
montate e colorate e quello che ho davanti è uno spettacolo magnifico. Le
macchine moventi del Carnevale sono in costruzione, ci quasi siamo, il primo
corso è vicino.
La
grande piazza della Cittadella è un laboratorio a cielo aperto, un’officina della
meraviglia fuori scala.
Uomini
e donne con scarpe rinforzate e tute da lavoro, un movimento continuo di ferri,
strutture, colossi e trattori. E tanta arte indaffarata a saldare, incollare,
montare e aerografare.
Gli
hangar sono aperti al pubblico, così passeggio tra le putrelle, osservo i giganti
e domando. Gli artisti sono gentili, mi permettono di fotografare i carri ma non
di farsi fotografare, non hanno voglia di apparire. Stanno lì con le mani nella
colla o sul saldatore, con la maschera sul viso a proteggersi dalle scintille.
Sono
timidi, ma orgogliosi del proprio lavoro: “fotografa pure ma senza entrare, è
pericoloso” e si scostano, mannaggia, proprio mentre scatto ché non vogliono
rovinarmi la foto, “non mi fotografa’ che son brutto”.
Guardano
i bozzetti appesi alle pareti e mi sembra incredibile che da un disegno così
piccino ne esca un’opera così grande, e sì che sono architetto, dovrei esserci
abituata.
Non
capiscono che sono loro, con le loro mani abili malgrado le dita ghiacciate, il
vero spettacolo di questa cittadella. Sono loro, i carristi, a dare la dimensione
a quello che sto vedendo e restituiscono la scala reale all’evento in
allestimento. Artisti, artigiani e operai, che creano la più grande macchina da
spettacolo di questa città. Il corso dei carri.
Se
veder sfilare i carri in passeggiata è uno spettacolo impressionante, vederli
costruire è la misura dell’abilità dell’uomo e guardare queste mani che
lavorano è scoprire quanta arte può vivere fra le dita.
le foto della Cittadella le trovate qui
le foto della Cittadella le trovate qui
Maraviglia!
RispondiEliminami sovviene che tanto tempo fa, aggiro col barri per la toscana in ami8, come di consueto ci perdemmo. Nella nebbia si sentivano dei rumori da dentro un capannone e pensai di bussare a chiedere dove perbacco eravamo e dentro c'era + o - quello che descrivi
grazie apa! molto poetica, artefiera le pippe vi fa
il barri e te spersi per la toscana. sarebbe da scriverci un romanzo. grazie amico
Eliminaaccidenti che invidia...lascerei adesso tutto per venire a scattare quelle foto.
RispondiEliminaBelle le apetue ;-)
c'è ancora un mesetto di tempo, il carnevale dura a lungo da queste parti :)
Elimina