domenica 11 novembre 2012

Sabato al villaggio


Sabato, giorno di posta e di spesa; prima la posta ché Equitalia c’è, e ti uccide con l’onda, e poi la spesa ché dopo Equitalia lo shopping compulsivo non è più possibile, ma un salto alla Coop me lo permetto.
Deserta. Non ci si crede, la posta è deserta. Prima di me solo un’anziana signora, che mi aveva sorpassato con scatto inaspettato proprio sulla porta.
“Ma tanto non c’è nessuno, mica ci scanniamo, giusto?” domanda fiera della pole position davanti allo sportello.
“Non ci scanniamo perché non c’è nessuno, altrimenti ci saremmo graffiate” le rispondo ammirata per la velocità di spostamento.
Così aspetto che abbia fatto, l’anziana signora scattante che solo per questo merita la mia simpatia. Lei si sbriga e andandosene mi sorride “Auguri per la sua vita” e mi è sembrato un saluto proprio carino. Come cambia tutto, alla posta, quando è deserta.
Sul cartellino appeso alla maglia dall’altra parte del vetro c’è un bel nome, Rosine Mireille. Rosine indossa un copricapo, una specie di turbante blu, niente capelli lì sotto e niente sopracciglia, il viso è proprio magro, gli occhi sono segnati ma lo sguardo è attento. Io pago, ringrazio, osservo e penso che forse sta guarendo, se è tornata al lavoro, Rosine. Ti giro il saluto appena ricevuto.


Il ragazzo del banco degli affettati ha un viso indimenticabile, come un ritratto di Picasso del periodo cubista, e ha una voglia di chiacchierare che spiazza.
“Se poi ha bisogno di qualcosa di particolare per l’aperitivo, può aggiungere qualche fetta d’arancia e un po’ di aceto balsamico”, ma la signora non s’entusiasma. Mannaggia, sono arrivata a discorso iniziato e mi sono persa gli altri ingredienti.
Quando è il mio turno mi spiega perché l’arrosto di tacchino al banco costa più di quello confezionato.
“Questo vede” e mi mostra l’arrosto picchiandoci sopra con la mano aperta “è grosso, lo fanno con il tacchino maschio, è più pregiato. L’altro è piccolo, è fatto con la femmina e costa meno per questo. Serve altro?”
Mentre me ne vado sta già spiegando al signore dopo di me come fanno il lardo di Colonnata.
Tutto quest’entusiasmo per il lavoro di banconiere alla Coop lo trovo lodevole, e non so, sembra quasi gli sia stato trasmesso dal padre. Magari aveva una macelleria tutta sua, o un piccolo alimentari qui, in paese. Quando torno in zona per pagare, ancora racconta, allargando le braccia come a far segno grande così o per abbracciare il mondo, davanti a una coppia di trans che lo osservano in silenzio.

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