Le nuvole riflesse nelle pozzanghere, le bandiere
stracciate, tese verso monte, le chiome dei pini immobili reagire all’improvvisa
manata di libeccio.
Il primo bar della rotonda aperto e poi 1 gelateria,
1 alimentari, 2 empori, 12 ristoranti e 4 locali notturni chiusi. Il
proprietario del Caffè Danubio chiudere le porte finestre e incatenare i tavoli
e le sedie della terrazza. Una coppia di ragazzini con il casco in testa
passeggiare mano nella mano verso il motorino.
La scarpa rossa con il tacco a spillo del Priscilla,
uomini soli davanti al Boca Chica, osservare le macchine in arrivo, aspettando.
13 macchine con uomini soli fermarsi davanti al Boca Chica, una macchina
parcheggiata con un uomo solo che sembra al telefono, che spero sia al
telefono, che decisamente non è al telefono anzi, che si sta proprio facendo
fare un pompino da un altro uomo solo.
Le dune controluce e la iucca fiorita, un pescatore,
il mare scosso dal vento. L’occhio di dio che esce dalle nuvole e si specchia
nel mare, una coppia di fricchettoni che salutano il sole respirando a pieni
polmoni, il vento freddo muovere la sabbia.
Un cielo di metà ottobre talmente intenso che non
c’è scatto né filtro che può congelarlo, e mi toccherà imprimerlo bene nella
testa, così andrà a fare compagnia a tutti gli altri cieli e nuvole e raggi
d’oro dei tramonti di ogni stagione che ho visto correndo.
Ma guarda, in tutti questi anni non ero mai venuta a
correre sul lungomare.
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