giovedì 8 novembre 2012

Lido di Camaiore #2

Tramonto.
Mollo la macchina e corro fino al ponte sulla Fossa dell’Abate. Arrivo appena in tempo, e non sono l’unica. Accanto a me un signore distinto, con cappello, il bavero del cappotto alzato e un paio di occhiali da sole, s’infila le mani in tasca e appoggia il bacino al parapetto del ponte.
Così ce ne stiamo lì, lui ed io, a guardare il disco di fuoco del sole che si tuffa in mare.
In pochi minuti il sole scompare lasciando al cielo del crepuscolo il compito di portare avanti lo spettacolo. Il signore saluta me, o il sole, e si incammina verso la passeggiata. Io aspetto ancora un attimo, seguo con lo sguardo quella grossa nave che punta a sud, con le luci accese, e le acque lisce del canale che riflettono le poche nuvole leggere, rosa e aranciate.
Poi vado a chiudere la macchina e infilarmi i pattini.

Crepuscolo.
“Non è una modella, e non è neanche una sposa”
Quindi non mi spiego cosa ci stia a fare vestita da sposa in cima al pontile, in mezzo ad un set e con un fotografo che controlla l’esposimetro e scatta a ripetizione. Discretamente domando.
“Niente, stiamo facendo delle foto, lei è mia figlia e quello è il mio abito da sposa”
Appoggiato al parapetto un giovane concentrato sull’iPhone.
“Quello è il suo ragazzo”
Mi giuoco la rotula che sta postando il suo stato di insofferenza.
“Ma non si devono sposare”
Faccio qualche foto anch’io, già che sono lì. La situazione m’ispira, la location è all’altezza, l’abito principesco, l’acconciatura perfetta, il trucco impeccabile, le pose professionali. Sono ammirata, tutto questo lavoro per? Piacere, divertimento, narcismo o un qualche progetto di gloria, chissà.
“Se mi lasci la mail ti mando anche le mie, a testimonianza del back stage” e cerco la penna che oggi non ho.
“Tanto è facile, te lo ricordi sicuro”, la madre felice mi dice l’indirizzo.
Ringrazio, saluto, proseguo e istantaneamente dimentico l’indirizzo. Era il nome di una marca di biscotti, che pizza, mi toccherà googolare.

Notte.
La ragazza dietro il banco incarna la mia idea di bellezza, con il viso spigoloso e i lineamenti sottili di Giorgia e la voce di Laura Morante. Sta trattando con un l’omino della Salov per la fornitura dell’olio da frittura. Tiene le braccia incrociate a chiudere il cardigan morbido che le scivola di continuo, ogni tanto gesticola mostrando le dita lunghe e sottili. Ha occhi neri e sopracciglia disegnate e guarda dritto in viso l’omino che non vuole accettare i suoi termini, pagamento a sessanta giorni fine mese data ricevimento fattura. E’ determinata e alla fine la spunta.
Si volta verso di me nell’esatto istante in cui scatto la foto, così le dico che è venuta carina, allora mi dà un biglietto da visita, “qui c’è anche l’e-mail”.
Meno male, se non perdo il biglietto questa foto la posso mandare.

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