Riattacca e gira intorno al banco, prende il bicchierino con
il caffè, versa lo zucchero. Dal fondo del corridoio arriva il commesso n.2 con
il suo caffè. Allunga il braccio e chiede “vuoi?”.
Io mi volto per vedere chi c’è alle mie spalle, ma sta parlando
proprio con me e “no grazie”, trattenendo la cit. “il caffè mi rende nervosa”.
Sono sui pattini, sto sudando con un cinghiale, Acqua Cheta
e Pericolo Biondo sono euforiche e sfrecciano beate tra scaffali di libri. Un
labirinto fatto per il divertimento: partono, inchiodano, prendono un libro, lo
guardano, lo posano e ripartono.
“Avete questo?”
“No”
“E quest’altro?”
“Neppure, però belli i pattini. Li usavo anch’io, andavo
fino in Darsena e ritorno, e dopo ero felice” e il commesso n.2 beve il suo
caffè rimuginando su un futuro ritorno al mezzo e alla successiva felicità
ritrovata.
Mi metto a cercare qualcosa, ma non ho tempo e sono poco
concentrata e soprattutto le rampe tra un livello e l’altro della libreria sono
una tentazione incontrollabile. Faccio due, tre giri dissimulando l’attacco di idiozia dietro
un serio interesse per qualche titolo sparso, poi mi contengo e richiamo
inutilmente all’ordine la prole.
“Oh, be’, se Grillo fosse annegato”
“o Vendola condannato”
“i loro partiti sarebbero morti”
“senza figure di riferimento”
Parlano come Cip e Ciop, alternandosi nelle frasi. Se ne
stanno qui tutto il giorno, orario continuato anche il sabato; ormai saranno
una sola persona, si somigliano anche un po’. Però si sorridono spesso,
scherzano, sono allegri e hanno voglia di chiacchierare e questa libreria non avrà
l’ultima sfumatura del momento, ma fa prezzi scontati, ha scaffali immensi
carichi di libri e corridoi strettissimi che si fanno conquistare. E’ talmente
satura di libri che non ha pareti, solo costole e colore ovunque, ha due
rampe fichissime, i commessi discutono di primarie e ti offrono il caffè.
Quando riesco ad acchiappare i mostri per riconquistare la
macchina, me ne esco velocemente approfittando dell’attimo.
Cip e Ciop si affacciano alla porta per salutarmi.
Cip e Ciop si affacciano alla porta per salutarmi.
La prossima volta torno con la calma e accetto pure il caffè.
Nessun commento:
Posta un commento