sabato 10 novembre 2012

Uomini soli #2

Due pescatori, il primo è anziano, con la schiena piegata in avanti verso la riva, l’altro è più giovane e se ne va con la schiena bella eretta, malgrado la sacca gigantesca.
Un tizio, con il muso da topo, dentro una tipo blu parcheggiata di fronte al mare, proprio di fronte alla passerella, proprio di fronte al sole ormai basso. Il finestrino aperto, il braccio fuori dal finestrino, la sigaretta fra le dita, una canzone di Giorgia a palla nell’autoradio. Guarda il tramonto fumando e ascoltando Giorgia.
Il proprietario dell’Adagio Lounge Bar, fermo sulla porta del locale, fuma tenendo la sigaretta tra indice e medio, alla base delle dita, e tiene le gambe leggermente divaricate, come faceva mio padre quando fumava. Venerdì, ora dell’aperitivo, il caffè è deserto: ottobre è un mese difficile.
Un ragazzo, bellissimo, in bicicletta. Vestito con cura, una maglia che cade a pennello sul busto magro, un bel paio di pantaloni. Nordafricano, forse egiziano; i lineamenti sottili, gli occhi scuri, le labbra disegnate, tiene la mano destra sul manubrio e la sinistra nella tasca dei pantaloni. Osservo l’arco perfetto delle sue sopracciglia, mi fisso guardandole e lui guarda me mentre pedala dall’altra parte della strada. Socchiude la bocca e tira fuori la punta della lingua, e la passa sul labbro superiore, lentamente, pedalando e guardandomi.
Un ragazzotto pingue con una maglia gialla e l’ipod, sudato; abbiamo lo stesso passo ma giriamo in senso opposto, l’avevo visto all’inizio e ora lo ritrovo al giro di boa.
Il ragazzo bellissimo ancora, ora pedala velocemente, ha agganciato il tipo sulla tipo, che lo sta seguendo con la voce di Anastacia lanciata dalle casse dell’autoradio. Mi passa accanto ma niente lingua, stavolta abbassa lo sguardo.

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