domenica 16 dicembre 2012

Il genovese

Lui, il genovese che incontro ogni tanto per qui, mi saluta con entusiasmo, davanti al banco delle verdure.
E' preoccupato il genovese, perchè nell'ufficio dove lavora, a Firenze, fino all'anno scorso erano 19 e ora sono 2, e in due si fa fatica a seguire le cose.
E lavora per la Sovrintendenza, a Firenze. Mica per boh l'azienda che piega le scatole di cartoncino per le confezioni del kinder brios. La Sovrintendenza di Firenze. Che un mese fa non riuscivano a farsi arrivare il gasolio per non so quale macchinario e che la fornitura del gasolio della sovrintendenza è tutta in mano ad una società di figli di e cognati di che fanno i prezzi che vogliono loro e soprattutto i tempi che vogliono loro.
Mi dice che ha un amico all'Ospedale del Lido, un pezzo grosso, e che la chiusura del presidio Versilia è prevista per il 2014. "Hanno già firmato" mi dice, e io non so bene cosa ci sia da firmare per chiudere un ospedale aperto nel 2002 e con non ho idea quanti posti letto, ma grande, usti se è grande.
"Resterà attivo solo il servizio privato" mi dice e da bravo genovese si preoccupa di chi potrà pagare le prestazioni private, che qui non lavora più nessuno, "per le prestazioni pubbliche bisognerà andare a Massa, che il primario è inquisito".
La gente attorno a noi temporeggia e si sofferma davanti alla bilancia delle verdure, e allunga le orecchie e ascolta quello che il genovese mi sta raccontando, mentre si tocca i capelli impomatati e si sistema la sciarpa leggera intorno al collo, e quel signore lì, con le bietoline sul piatto della bilancia, mi sembra addirittura preoccupato e ormai ha smesso di far finta di pesare le bietole e ascolta pure lui.
Mi dice il genovese che ogni tanto torna a Genova, che la città è morta, ogni giorno c'è una manifestazione, che i negozi sono chiusi e che le strade sono deserte, "sono andato dal medico" mi dice "e scusa il termine, ma c'erano solo anziani. i giovani non ci sono più".
Io il termine glielo scuso perchè sono una persona tollerante, e non ho capito bene la sua preoccupazione di trovare solo anziani dal medico, però il genovese è allarmato.
Gli dico "eh, anch'io ora son ferma e boh, non lo so mica" e lui "dai ora goditi il Natale e poi ci pensi, che l'importante è stare bene e le tue bimbe le vedo che stanno bene" e mi tocco i coglioni immaginari e lo saluto, con tanto entusiasmo anch'io, che il genovese è sempre sorridente, malgrado il tono della conversazione.
Io torno dalla coop con tutto questo carico di buone notizie e tra un "vendesi fondo commerciale" e un "liquida tutto per cessata attività" la preoccupazione mi viene pure a me, che sono una persona positiva e ottimista.
E non ho idea di come calcolare quello che mi ha raccontato il genovese, ma sono certa che quando girano questi stati d'animo non servono i calendari maya per capire che abbiamo un enorme raudo piantato nel di dietro, pronto ad esplodere.

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