Io il regalo di Natale me
lo sono fatto oggi pomeriggio: mi sono fatta la tessera della biblioteca
comunale di Viareggio.
In realtà non è una
tessera, mi hanno solo schedato e questo un pochino mi ha deluso.
La ragazza ha preso i miei
dati e bisbigliando mi ha detto "restituzione a trenta giorni" e io
bisbigliando “ho due scatole di libri, li volete?” e lei bisbigliando “non lo
so, sono una stagista”.
Una conversazione
bisbigliata ha sempre il suo fascino, che sia una conversazione per non
svegliare un bimbo che dorme, per non rompere un’intimità che si sta creando o
per non disturbare un sogno che si sta vivendo. Era del tempo che non
bisbigliavo.
Ho spento il cellulare e
sono entrata in sala di consultazione. Nessuna madeleine di fronte agli
scaffali, perché era la prima volta che li vedevo. Fossero stati gli scaffali
della biblioteca centrale di Milano, la Sormani, allora sì che avrei rivissuto
gli esami e la tesi e i pomeriggi passati a non studiare e a guardare quegli
scaffali. Ma questi non li conosco, così il mio regalo di Natale mi ha dato
altre sensazioni.
Per esempio non sapere
quale libro scegliere, per esempio essere emozionata perché l’idea della
tessera della biblioteca è semplice ma geniale, per esempio non avere molto
tempo per scegliere perché è stato un regalo fatto d’istinto, senza pagare il
parcheggio sulle strisce blu.
Quindi ho saltato la A, ho
scorso velocemente la B, ho guardato la C e mi sono soffermata sulla D, su una
mensola tutta dedicata a Delillo.
Ho guardato i risvolti di
copertina e non mi ha paralizzato l’idea di non sapere a cosa andassi incontro.
Non mi importa se il libro scelto non mi piacerà, non lo devo pagare. Lo posso
prendere, leggere, restituire a trenta giorni bisbigliando “figata” oppure
“insomma”, guardando la stagista sorridere e segnare sulla mia scheda che
Running Dog è tornato a casa.
Lo so che è la scoperta
dell’acqua calda, ma come si dice, i regali semplici sono spesso i più graditi.
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