mercoledì 13 febbraio 2013

Il negozio degli errori.



Liberarsi del superfluo. Questa è la spinta che mi viene dal mondo e del superfluo io vado liberandomi. Giochi in scatole ancora intonse per il non-uso, strenne natalizie ininteressanti, vestiti immacolati frutto di regali sbagliati o di acquisti sventati. Oggetti che occupano spazio in casa e nella memoria.
Mi libero del superfluo, lo porto in un negozio dell’usato.
In questo negozio vendono usato non-usato, è una vetrina di oggetti acquistati o regalati per errore, è il negozio degli oggetti sbagliati. Chi entra qui lo fa per liberarsi dei propri o degli altrui errori e lo fa con il lieve senso di vergogna che l’ammissione dell’errore comporta.
“Questo era per il battesimo, l’ha indossato una sola volta”.
“Svuotavo l’armadio ed è saltato fuori questo. E’ ancora nella busta, non lo ricordavo nemmeno più”.
La ragazza osserva il capo, controlla la confezione, verifica la taglia. Cataloga l’errore con occhio esperto e gli attribuisce una quotazione.
“Questo è di marca, lo vendo subito, 65 euro. Questo è difettato, lo metto a 5. Questo non lo vuole nessuno, vedi: ha una macchia qui”.
La ragazza lo sa, capisce cosa va e cosa no; anche nell’errore esiste una gerarchia di valori. Quindi l’errore macroscopico si vende, l’errore piccolo, la distrazione con una macchia, no.
La ragazza si dice stupita; chi viene a comprare i vestiti da lei lo fa perché può permettersi giusto questo, cioè l’errore degli altri. Ma chi entra qui non vuole disvelare la fonte, l’errore non ammette macchia, l’errore acquistato di seconda mano deve essere vergine, un perfetto errore.
Solo attraverso la perfezione, l’errore perde la sua caratteristica originaria e il suo acquisto non dà più vergogna.
Così questo è il negozio dove solo i perfetti errori guadagnano una vetrina, per gli altri, gli errori a metà, non resta che il bidone giallo della Caritas.

2 commenti:

  1. Buona l'idea. Si vendono solo gli errori clamorosi, quelli che danno prestigio sociale. Ci vorrebbe un Calvino post-moderno per sviluppare bene la trama.
    Buon giorno Si.

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    1. allora ti cedo la suggetsione, ché una volta scritto un tema mi si sgretola tra le mani. forse sei la persona adatta :)
      Buon giorno anche a te, Ale

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