Vip Cabin - Alpha 76' Flybridge - Luiz De Basto |
Mi
piace disegnare gli interni degli yachts.
Quando
disegno l’interno di uno yacht posso dimenticarmi di quello che c’è fuori;
devo tener conto di struttura, scafo e sovrastruttura che forniscono l'unico
limite da rispettare ma dentro tutto il resto è libertà.
Non mi interessano le
finestrature, il vetro si può serigrafare fino a far scomparire il dentro; le
compartimentazioni sono libere da vincoli e i mobili possono occupare la murata
come torna meglio. Mi dimentico l’ortogonalità e sfrutto le potenzialità. Però ogni angolo, ogni buco, ogni vuoto nello scafo o nella
sovrastruttura diventa spazio da riempire con impianti o con oggetti. Non separo mai le tre dimensioni e mantengo sempre una prospettiva
tridimensionale, però ogni centimetro verso la prua mi porta a nuove
difficoltà.
Il centimetro è
unità di misura troppo grande, lavoro in millimetri e anche trenta millimetri
guadagnati risolvono un problema.
Di tutto questo dentro,
fuori non c’è traccia. Lo yacht, fuori, è come se non avesse un dentro.
In architettura
è diverso, ciò che è dentro esce e ciò che è fuori entra. La facciata diventa
pelle che si modifica secondo le funzioni interne e i flussi che deve
accogliere. Un tramezzo non può arrivare su una finestra, o sposto il
tramezzo o sposto la finestra o rimetto tutto in discussione. A volte ciò che è dentro si
disciplina e si ordina sulla base di ciò che è fuori, altre volte il fuori
disegna il dentro. A volte il dentro spinge il fuori anche volumetricamente, come quando all’ottavo mese di gravidanza il bimbo pianta un piede sotto il costato e wow! se ne vede chiaramente la forma da
fuori, attraverso la maglietta.
L’edificio è un
organismo e a me piace chiamarlo corpo di
fabbrica.
Gli yachts
invece no. Negli yachts il fuori deve navigare, il dentro serve per stare. Due
funzioni, due leggi separate.
In questo modo
il dentro diventa un luogo altro, uno spazio organizzato secondo principi
propri. Un nido indifferente a tutto quello che passa
fuori, un luogo sicuro statico rispetto al fuori in perenne movimento.
Il mio ambiente
preferito e il più odiato è la cabina di prua, la più difficile da disegnare.
Lo scafo si restringe repentinamente, la chiglia si alza. Il dentro deve fare
sforzi enormi per non mostrare il fuori e non mostrarsi da fuori. Il letto si
appoggia direttamente alla struttura, gli armadi diventano grandi
all’esterno e piccoli all’interno, il prospetto a murata diventa una
scenografia, perché anche se c’è solo un oblò piccolo piccolo bisogna per coerenza di stile disegnare il box della
finestra, che infatti si chiama teatro. Un teatro con veneziane e tende per
l’oscuramento e senza neanche una fonte di luce da oscurare.
Io ho sempre
odiato gli yachts e non mi ha mai interessato passarci del tempo. Ma ecco, ora
che fanno parte del mio lavoro comincio a pensare che non mi dispiacerebbe
dormire in quei nidi accoglienti, indifferenti agli eventi, in cui il fuori non
entra se non con un impercettibile rollìo, e dove è permesso ogni tanto uscire
fuori per osservare lo spettacolo del grande mare sul quale ti stai muovendo.
Ringrazio Luiz che gentilmente mi ha concesso l'uso dell'immagine.
Bella la metafora del dentro/fuori.
RispondiEliminaMa solo per gli yachts vale che
Di tutto questo dentro, fuori non c’è traccia.
Per noi umani è (per fortuna) impossibile separare il dentro dal fuori.
orso, io non ne sono affatto sicura :)
EliminaAllora mi devi insegnare come si fa.
EliminaChe ne avrei proprio bisogno.
Che in questi giorni chi mi vede fuori
capisce benissimo cosa c'è dentro :-)
temo che ci sia poco da insegnare, orso, e anche da scegliere.
Eliminaalcune persone sono corpi di fabbrica, hanno fondazioni che le ancorano a terra e pagano la stabilità con una pelle trasparente e plasmabile
altre persone affidano a una deriva il proprio baricentro, ma la deriva è ben poca cosa e il baricentro è instabile, così devono mantenere immutata lo scafo per non ribaltarsi.
la metafora sarebbe stata molto più poetica con la barca a vela, ma purtroppo io disegno yachts :-)
neanch'io amo gli yachts, ma dormirci è bellissimo.
RispondiEliminaquanto al dentro/fuori, nel mio fuori c'è sempre un'ampia traccia del mio dentro ma non me ne preoccupo.
....anzi.