mercoledì 27 giugno 2012

Fosse facile

Il Bigio è almeno dieci anni che fa il bagnino al Fortunato e quando l’ho visto la prima volta ho pensato che avrebbe fatto strage tra le ragazze di ogni età.
Ma non siamo in Romagna, siamo in Versilia, e qui i bagnini, per lo più, fanno i bagnini.

Anche a vederlo da lontano diresti che il Bigio fa il bagnino. Lo diresti per la pelle color caramello e i capelli schiariti, il segno degli occhiali da sole e le spalle disegnate dal peso del rastrello che tutte le sere trascina per setacciare la spiaggia. Anche il passo è da bagnino, perché a  camminare a giornate lungo la battigia e sulla sabbia asciutta assumi un passo particolare, il piede si distende e la pianta si allarga, come per un processo di adattamento evolutivo all’ambiente.

Il Bigio è gentile e ha un discorso per ognuno.
Quando parla solleva il mento verso l’alto ed ha l’abitudine di chiudere gli occhi: il Bigio parla ad occhi chiusi. Il suo viso si anima di smorfie di espressione, arriccia il naso e contrae le labbra, così quasi non ti accorgi che non ti guarda. Ogni tanto apre gli occhi, se il discorso si fa acceso, e allunga la mano come per posartela sulla spalla. Ma non ti tocca, si ferma prima, gira il palmo all’insù e separa le dita, come ha dirti “hai inteso vero?”.
Il Bigio è separato e ha un bimbo che ormai è un ragazzino, e somiglia a Mowgli. Senza quel figlio probabilmente il Bigio sarebbe a surfare in Australia o in Messico, ma c’è e lui se ne occupa al meglio che può.

M’è venuto incontro, l’altro pomeriggio, per chiedermi se il marito avesse poi trovato lavoro.
“Macchè” gli dico “son tutti ad aspettare che inizi la stagione”
“E questa stagione non vòle inizia’. Senti là, oggi c’è scirocco, ma anco lo scirocco non è caldo come l’altri anni. Pare quasi grecale, si raffredda al largo e arriva qui che non lo riconosci”
Si ferma e mi guarda con gli occhi chiusi, mi dice che è un casino, che non arriva alla fine del mese, anche con la stagione, la disoccupazione e la ditta di giardinaggio, e per fortuna ha finito di pagare il mutuo.
“ Io ho 42 anni” e apre gli occhi “e per fini’ di paga’l mutuo ho dovuto chiede’soldi a mi’ma’ ” e la mano s’avvicina alla mia spalla “altrimenti la casa finiva alla banca”
E poi Mowgli dove lo facevi vivere?
La mano si ferma: “Ora ni ridò a mi’ma’, a 100 euro alla volta” e il palmo si rivolge verso l’alto “a 42 anni siamo ancora a chiede’soldi a’genitori”.
Ho inteso, intendo bene il discorso, Bigio.
Chiude gli occhi: “Io, quest’inverno, sono stato tre mesi in Messico che anco co’soldi del viaggio, a vive tre mesi in Messico ho risparmiato, e n’ho ridato quasi tutto” poi fa un passo indietro e allarga le braccia: “Conviene esse nullatenenti”
E c’ha ragione il Bigio, conviene essere senza avere. Se solo fosse facile.

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