giovedì 17 maggio 2012

Alla velocità delle carrozze

Nelle fabbriche, nelle campagne e nei cantieri si muore per incidenti sul lavoro.
I lavoratori sono discriminati per sesso, religione, provenienza sociale e geografica.
I bambini delle classi più povere e degli immigrati sono sfruttati con il lavoro nero.
Alcune categorie di lavoratori godono di totale assenza di tutela.
Nessuna possibilità di programmazione del futuro.
La popolazione si concentra nelle aree urbane per sfruttare le economie di scala, dando luogo a forti fenomeni di migrazione interna con tutto quello che ne consegue.
La città si organizza nel pieno rispetto della politica del laisez-faire e la speculazione copre interi settori urbani con la lunga mano degli interesi economici leciti o meno, sfruttando vuoti normativi e ritardi di gestione.
Negli ospedali si muore per operazioni di routine.
Il diritto allo studio non è garantito.
Nessun rispetto per l'ambiente.
Gli interessi privati modellano le scelte pubbliche.
La propaganda si traveste da informazione.
L'architettura si fa di regime.
La cultura accademica si ferma a guardare. 

Che nelle città si viaggi alla velocità della carrozza non mi sembra l'unico paragone possibile con la fine del '700.

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